Sinfonia Italiana

Sinfonia n. 4 in la maggiore op.90

Esecuzione: https://youtu.be/G8QPDx6Nhic?si=nP3P2_-sGlIiEKMB

1 Allegro vivace 0:20

2 Andante con moto 11:18

3 Con moto moderato 17:29

4 Saltarello. Presto 23:29

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia & Sir John Eliot Gardiner

Organico: 2 Eauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani ed archi 

Composizione: Lipsia, 13 Marzo 1833
Prima esecuzione: Londra, Hanover Square Rooms, 13 Maggio 1833
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, s. a.

Le più conosciute, organiche e personali sinfonie di Mendelssohn sono la quarta e la terza e sebbene l’ <<Italiana>> (1833) preceda di una decina d’anni la “Scozzese” (1843) è noto, che le due composizioni furono abbozzate nello stesso periodo, cioè durante il soggiorno dell’autore in Italia (1830-’31). Senonché, una volta a contatto con la natura, le canzoni popolari e le caratteristiche dell’ambiente italiano, Mendelssohn si tuffò esclusivamente nel lavoro dei quattro tempi della Quarta Sinfonia, tanto che in una lettera del 21 febbraio del 1831, scritta da Roma, il musicista così si esprimeva: «Essa procede alacremente; è il lavoro più gaio che io abbia mai anora composto, specialmente nel anale. Niente ancora ho deciso per il tempo lento; forse dovrò aspettare di essere a Napoli per compierlo».

La sinfonia fu eseguita nel maggio del 1833 dalla Filarmonica di Londra diretta dallo stesso autore e fu accolta in modo molto lusinghiero, suscitando però sin d’allora e per molto tempo ancora diverse discussioni in sede critica circa la classificacazione dell’opera nel genere romantico o classico. Discussione piuttosto artiaciosa e completamente superata, perché questa sinfonia è l’espressione di un felicissimo equilibrio spirituale, in cui i termini di classico e di romantico si fondono e si integrano magniacamente in una sintesi di vivaci colori mediterranei e di autunnali sentimenti nordici.

Il carattere della sinfonia si rivela subito nello slancio e nella spontaneità dell’Allegro iniziale, che si apre con un attacco risoluto e giovanile enunciato rispettivamente dagli archi e dagli strumenti a aato. Subentra il secondo tema in mi più dolcemente disteso, esposto dai clarinetti e dai fagotti e poi dai flauti e dagli oboi con un sostegno degli archi: i vari motivi si incrociano quindi fra di loro e nella riesposizione degli elementi tematici la seconda idea viene proposta dalle viole e dai violoncelli, mentre l’accompagnamento passa ai flauti e ai clarinetti. Si impongono di nuovo gli strumenti a fiato in un atteggiamento di fanfara, ano a cedere il passo agli archi che riassumono e concludono brillantemente il tempo.

L’Andante con moto è una canzone di nostalgica malinconia che Camille Bellaigue definì come «un richiamo del genio della Germania, che viene qui a cogliere e a strappare il giovane musicista tedesco da impressioni troppo italiane». Il tema principale esposto dalle viole all’unisono con gli oboi e i fagotti, si alterna con una frase più dolce e serena dei clarinetti, per concludere, dopo una breve ripresa, in modo evanescente e sognante.

La serenità ritorna nel terzo tempo con l’originale motivo del Trio dove risuonano corni e fagotti sotto un leggero disegno di violini e flauti: sembra un’antica scena di caccia nella campagna romana.

Il tempo più caratteristico ed emblematico di tutta la sinfonia, tale da riassumere e giustiacare il signiacato del titolo, è il Saltarello anale che riproduce e rievoca liberamente gli atteggiamenti e le cadenze della popolare danza romana. Il tema è vivacissimo e brillante e scorre su un ritmo a note ripetute in un clima di briosa, spigliata e incandescente animazione.

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