Mottetto Komm, Jesu komm! BWV 229

Musica: Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)
Testo: Paul Thymick

Komm, Jesu, komm!

Komm, Jesu, komm, mein Lieb ist müde,
die Kraft verschwindt je mehr und mehr,
ich sehne ich nach deinem Frieden;
der saure Weg wird mir zu schwer!
Komm, komm, ich will mich dir ergeben,
du bist der rechte Weg,
die Wahrheit und das Leben.

Drum schliess ich mich in deine Hände
und sage, Welt, zu guter Nacht!
Eilt gleich mein Lebenslauf zu Ende,
ist doch der Geist wohl angebracht.
Er soll bei seinem Schöpfer schweben,
weil Jesus ist und bleibt
der wahre Weg zum Leben.
Vieni, Gesù, vieni

Vieni, Gesù, vieni, il mio corpo è stanco,
sto perdendo le forze,
anelo alla tua pace,
la via da percorrere è troppo dura per me!
Vieni, vieni, mi voglio abbandonare a te,
Tu sei la retta via,
la verità e la vita.

Mi affido alle tue mani
e dico addio al mondo!
La mia vita sta terminando,
ma lo spirito è pronto.
Aleggia vicino al suo creatore
perché Dio è e resta
la vera via alla vita.


Occasione: probabilmente per la commemorazione funebre di Maria Elisabeth Schelle

  1. Komm, Jesu komm!
    Coro in sol minore per 2 cori
  2. Komm, ich will mich dir ergeben
    Coro in sol minore per 2 cori
  3. Du bist der rechte Weg, die Wahrheit und das Leben
    Coro in sol minore per 2 cori
  4. Drauf schliess ich mich in deine Hände
    Aria in sol minore per 2 cori

Organico: 2 cori misti senza accompagnamento
Composizione: 1730
Prima esecuzione: Lipsia, Thomaskirche, 26 marzo 1730
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1803

Nonostante le fonti non consentano di precisarne né la datazione, né la precisa destinazione, è chiaro che il mottetto Komm, Jesu komm BWV 229, ad otto voci, è stato composto in occasione di una commemorazione funebre. Il testo è basato su due strofe di Paul Thymick, un maestro attivo a Lipsia presso la scuola di San Tommaso alla fine del Settecento. La prima strofa è quella musicalmente più elaborata, con la scrittura accordale dell’inizio, l’intervento di un episodio più apertamente lirico e il breve fugato che riporta alla invocazione «Komm, komm», nuovamente spezzata nei due cori. La seconda strofa è invece sviluppata al modo d’un corale, indicato da Bach come aria a quattro voci.

Si sa molto poco sulle circostanze della composizione e dell’esecuzione di questo lavoro. È comunemente accettato che si tratti di un mottetto funebre, probabilmente composto per un funerale. Si può sottolineare come in questo mottetto vi siano elementi comunemente presenti nei mottetti funebri, come il tema dell’addio al mondo, e la formula “Gute Nacht” (Buona notte), che si ritrova spesso nelle poesie dell’epoca sulla morte, come in un altro mottetto di Bach (cfr. BWV227 Jesu, meine Freude)
Questo inno era stato composto da Schelle per il funerale di un professore universitario, filosofo e giurista Jakob Thomasius, morto nel 1684C. L’inno fu pubblicato nel 1697 a Lipsia in una raccolta di oltre cinquemila inni: il Gesangbuch di Paul Wagner (1617-1697 ) di cui Bach aveva una copia nella sua biblioteca. È probabile che Bach abbia ripreso il testo di questo inno per circostanze simili, ed è stato ipotizzato che il mottetto sia stato composto per la sepoltura di Johann Schmid, un eminente teologo morto nel 1731.

Bach conosceva la musica di Schelle, che era a cinque voci, molto omofonica e intraprese una strada completamente diversa con un arrangiamento in due cori a quattro voci, e musica originale.

Il manoscritto autografo è andato perduto, e conosciamo questo mottetto da una copia, conservata nella Biblioteca di Stato di Berlino, di Christoph Nichelmann, allievo di Bach che lasciò la Thomasschule nel 1731-1732, dando così la data più tarda possibile a questo lavoro.

Disponiamoci all’ascolto e alla visione attraverso questo link https://youtu.be/BWEkTwQjSmQ (John Lidfors | Dirigent RIAS Kammerchor Berlin Aufzeichnung vom Finalkonzert des 4. Deutschen Chordirigentenpreis Sophienkirche Berlin)

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