Benvenuta Primavera

Concerto in mi maggiore per violino e orchestra

“La primavera”

Op. 8 n. 1 RV 269

Movimenti:

  1. Allegro (mi maggiore)
  2. 2. Largo (mi maggiore)
  3. 3. Danza pastorale: Allegro (mi maggiore) 

Organico: violino solista, archi, basso continuo 

Composizione: 1725

Edizione: Michel-Charles Le Cène, Amsterdam, 1727 

“Tra questi pochi e deboli Concerti troverà le Quattro Stagioni”

Forse Antonio Vivaldi non immaginava, al momento di scrivere queste parole nella lettera dedicatoria al conte boemo Wenzel von Morzin in occasione della prima pubblicazione dell’op. VIII (Le Cène, Amsterdam, 1725), quale fama imperitura gli avrebbero reso quei “deboli”, ma altrettanto formalmente complessi, Concerti . 

Nell’edizione – che esce suddivisa in parti separate come era consuetudine per un’immediata pratica esecutiva – la musica è accompagnata da quattro “sonnetti dimostrativi” in chiara funzione didascalica (sottolineata dallo stesso Vivaldi nella prefazione: “essendo queste accresciute, oltre li Sonnetti con una distintissima dichiaratione di tutte le cose, che in esse si spiegano”). 

La qualità poetica non è particolarmente alta e tutto lascia pensare, che siano stati scritti da Vivaldi stesso o da un suo collaboratore al fine di agevolare la “comunicazione” del linguaggio musicale all’ascoltatore (cfr. si ha anche un esempio contemporaneo fatto dal Maestro Sto Ughi in parecchi suoi concerti dove vengono eseguite queste pagine vivaldiane); si trattò evidentemente di un’intuizione geniale, che a posteriori potremmo giudicare come una riuscitissima operazione di efficace e diretto “marketing” musicale. 

Il ciclo si apre in maniera gioiosa e luminosa con La Primavera (Concerto n. 1 in mi maggiore RV 269): il tema iniziale (Allegro con il motto “Giunt’è la Primavera”) – che funge da ritornello (già utilizzato peraltro da Vivaldi nella breve Sinfonia di apertura del Giustino nel quale è associato emblematicamente all’apparizione della dea Fortuna) – ha la verve della spensierata danza di corte interrotta di volta in volta dal canto degli uccelli o dai nuvoloni all’orizzonte resi dagli squarci solistici del violino. Il compositore si preoccupa di creare una atmosfera di festosità: quella delle prime giornate primaverili, balsamo vivificatore dopo il freddo sofferto nel lungo inverno 

Il movimento lento (Largo con il motto “Il capraro che dorme”), dal carattere misterioso e malinconico, riecheggia, con gli archi di sottofondo, il dolce fruscio delle piante; ma con la “Danza pastorale” finale l’atmosfera torna ad essere ritmica ed effervescente, come si conviene alla più promettente delle stagioni. 

Sonetto La primavera

Giunt’è la Primavera e festosetti
la salutan gl’augei con lieto canto,
e i fonti allo spirar de’ Zeffiretti
con dolce mormorio scorrono intanto: 

vengon coprendo l’aer di nero manto e lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
indi tacendo questi, gl’augelletti
tornan di nuovo al loro canoro incanto: 

e quindi sul fiorito ameno prato
al caro mormorio di fronde e piante dorme ‘I caprar col fido can a lato. 

Di pastoral zampogna al suon festante danzan ninfe e pastor nel tetto amato di primavera all’apparir brillante.

Troveremo nel corso di quest’anno puntualmente ad ogni cambio di stagione l’accompagnamento del Maestro Vivaldi e delle Sue coinvolgenti musiche per archi e basso continuo.

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