Jesu, meine Freude (Gesù mia gioia) BWV 227

Mottetto in mi minore per coro a cappella


Testo: Johann Franck dalla Bibbia


Occasione: probabilmente per la cerimonia commemorativa in onore di Johanna Maria Kees

Suddivisione Brani e Specifiche:

  1. Jesu, meine Freude
    Corale in mi minore per coro misto
  2. Er ist nun nichts
    Corale in mi minore per coro misto
  3. Unter deinen Schirmen bin ich vor den Sturmen
    Corale in mi minore per coro misto
  4. Denn das Gesetz des Geistes, das da lebendig macht
    Corale in mi minore per coro femminile
  5. Trotz, trotz dem alten Drachen
    Corale in mi minore per coro misto
  6. Ihr aber seid nicht fleischlich
    Coro in mi minore per coro misto
  7. Weg mit allen Schätzen
    Corale in mi minore per coro misto
  8. So aber Christus in euch ist
    Coro in do maggiore per coro misto
  9. Gute Nacht, o Wesen
    Coro in la minore per coro misto
  10. So nun der Geist dess, der Jesum von den Toten auferweckt hat
    Coro in mi minore per coro misto
  11. Weicht, ihr Trauergeister
    Corale in mi minore per coro misto

Organico: coro misto senza accompagnamento
Composizione: Lipsia, 1723
Prima esecuzione: Lipsia, Nikolaikirche, 18 luglio 1723
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1803

Questo mottetto risponde alla ricerca di una ricchezza polifonica, unita ad una fresca ispirazione melodica, che a suo tempo fu ammirata dallo stesso Wolfgang Amadeus Mozart durante una visita nel 1789 alla Thomasschule di Lipsia, come ha lasciato scritto un testimone oculare, l’allora scolaro della Thomasschule Friedrich Rochlitz; Mozart esaminò con cura le parti delle voci, si rese conto dell’invenzione bachiana e poi chiese una copia dei mottetti.

Il testo del mottetto “]esu, meine Freude” secondo Albert Schweitzer costituisce una vera opera d’arte anche dal punto di vista letterario; esso è composto dalle diverse strofe dell’omonimo Corale mistico di Johann Franck tra le quali Bach, con arte cesellatoria e sapiente, ha intercalato alcuni versetti dell’VIII capitolo dell’Epistola ai Romani di San Paolo, il primo grande frutto della nuova letteratura mistica cristiana.

Un’analisi di Rescigno sottolinea che questo mottetto può essere considerato “come una grande variazione sul tema del Corale omonimo che, nella sua classica formulazione a 4 voci, è presente all’inizio e alla fine del brano, e torna all’interno della composizione altre due volte, con lieve arricchimento melodico”.

Fra queste, che possono essere considerate le colonne portanti della composizione, si inseriscono altri sette episodi, che sviluppano in forma libera altri versetti del Corale.

Si succedono così il coro a 5 voci, che si svolge in forma accordale e ad imitazioni, l’episodio a 3 voci che si ispira alla tecnica della Sonata a due, un altro coro a 5 voci in stile accordale, una grande fuga a 5 voci, un passo a 3 voci che sembra un duetto col basso continuo, un episodio a 4 voci costruito come un Corale strumentale con canto fermo all’alto, infine un altro coro accordale a 5 voci.

Questa costruzione ad episodi di carattere contrastante disposti intorno al nucleo portante del corale, richiama chiaramente la forma della cantata, con le sue alternanze di corali, arie, duetti, recitativi, grandi cori.

Anche se il mottetto ha subito profonde trasformazioni stilistiche, nel corso dei secoli, come del resto la musica vocale e quella strumentale, non c’è dubbio che tutti mottetti di Bach costituiscano un punto fermo nel cammino dell’arte polifonica occidentale.

👉🏻 Mettiamoci all’ascolto 🎧 🎶 apprezzando il video al link https://youtu.be/uN5Tt7SAhzg (Netherlands Bach Society direttore Christoph Prégardien)

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